La gotta è una patologia causata da un eccesso di acido urico nel sangue che causa infiammazione alle articolazioni. L’acido urico in eccesso tende a depositarsi nelle articolazioni provocando dolore, gonfiore e arrossamento.
L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella gestione della gotta. Alcuni alimenti infatti possono aumentare i livelli di acido urico nel sangue mentre altri possono aiutare a ridurli. In questo senso, una delle domande più frequenti da parte di chi soffre di gotta è se sia possibile consumare il tonno in scatola. Cerchiamo di fare chiarezza.
Introduzione
Il tonno in scatola è considerato un alimento proteico di origine animale. La maggior parte delle linee guida dietetiche consiglia di moderare o evitare il consumo di questi alimenti in caso di iperuricemia o gotta. Tuttavia, non tutti i tipi di tonno hanno lo stesso contenuto di purine, sostanze che vengono metabolizzate in acido urico.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio se e in quali quantità chi soffre di gotta può consumare tonno in scatola senza effetti negativi. Esamineremo il contenuto di purine del tonno e le differenze tra i vari tipi in commercio. Vedremo poi come abbinare il tonno ad altri alimenti per mitigarne l’impatto sull’acido urico. Infine, daremo alcuni consigli pratici per gustare il tonno senza aggravare la gotta.
Chi soffre di acido urico può mangiare il tonno in scatola?
Il tonno in scatola viene generalmente sconsigliato a chi soffre di gotta o iperuricemia poiché considerato un alimento ricco di purine. Tuttavia, non tutte le varietà di tonno hanno lo stesso contenuto di queste sostanze.
Il tonno in scatola al naturale, senza olio aggiunto, ha un contenuto di purine medio-basso. In porzioni da 100 gr apporta circa 70-80 mg di purine. Questa quantità è inferiore a quella di altri alimenti di origine animale come carne rossa, frattaglie o pesce azzurro.
Il tonno sott’olio ha un contenuto di purine leggermente più alto, sui 100-120 mg per 100 gr. Ciò è dovuto alla maggiore concentrazione proteica causata dalla perdita di liquidi nella lavorazione.
In ogni caso, consumare occasionalmente 80-100 gr di tonno al naturale non dovrebbe avere effetti negativi rilevanti sui livelli di acido urico nel sangue. Le porzioni non andrebbero però eccedere i 100-120 gr e il consumo essere sporadico, non più di 1-2 volte a settimana.
Quale tipo di pesce si può mangiare quando si ha la gotta?
Quando si soffre di gotta è bene preferire tipi di pesce con un basso contenuto di purine, che non contribuiscono ad aumentare l’acido urico. Vediamo quali sono le varietà migliori:
- Pesce azzurro magro come suri, sgombri o alici, che hanno un apporto di purine inferiore rispetto a tonno, palamita, pesce spada. Meglio cuocerli al vapore o ai ferri.
- Pesce bianco come merluzzo, nasello, sogliola, che sono tra i pesci con meno purine in assoluto. Ottime cotture al cartoccio o al forno.
- Salmone e trota, validissime alternativa al pesce azzurro con un moderato contenuto di purine. Da preferire il salmone selvaggio dell’Alaska.
- Crostacei e molluschi come gamberi, cozze e vongole hanno una quantità trascurabile o nulla di purine. Semaforo verde quindi per insalate di mare o zuppe di pesce.
- Il pesce conservato, come quello sott’olio o affumicato, è invece da consumare con molta moderazione.
Prediligere sempre cotture semplici, evitando intingoli e fritture che appesantiscono il pesce. Limitare le porzioni a 80-100 gr.
Chi ha la gotta può mangiare il prosciutto crudo?
Il prosciutto crudo è uno degli insaccati più amati dagli italiani. Tuttavia chi soffre di gotta dovrebbe evitarlo o consumarlo con estrema moderazione. Il motivo è l’elevato contenuto di purine:
- 100 gr di prosciutto crudo contengono ben 350-370 mg di purine. Si tratta di una quantità molto alta se paragonata ad altre fonti proteiche.
- Tra gli insaccati è uno di quelli con il più alto contenuto di purine, secondo solo a fegatini, salsicce e salumi più grassi.
- Nella lavorazione del prosciutto crudo avviene una concentrazione delle purine, che si ritrovano tutte nella parte magra.
Per questi motivi il prosciutto crudo andrebbe evitato del tutto o limitato a porzioni molto piccole nel caso di gotta. Meglio orientarsi su affettati più magri come bresaola, arrosto di tacchino o fesa di tacchino, che hanno molte meno purine.
Chi soffre di gotta può mangiare la pasta?
Uno dei primi dubbi di chi soffre di gotta riguarda se sia possibile continuare a mangiare la pasta, alimento base della dieta mediterranea. La risposta è positiva, infatti la pasta ha un basso contenuto di purine ed è adatta a chi soffre di acido urico alto.
La pasta è considerata un alimento a bassissimo contenuto di purine. Sia pasta secca che fresca contengono meno di 15 mg di purine per 100 gr, una quantità trascurabile.
Anche i formati integrali, i cui cereali contengono più purine della semola raffinata, rientrano nei limiti consigliati per chi ha la gotta.
L’importante però è non esagerare con i condimenti. Il sugo di pomodoro, le verdure e un filo d’olio extravergine d’oliva sono le scelte migliori per condire la pasta quando si soffre di gotta. Meglio evitare invece condimenti elaborati, grassi o ricchi di purine come frutti di mare.
Conclusione
In conclusione, chi soffre di gotta può consumare occasionalmente piccole porzioni di tonno al naturale, evitando invece quello sott’olio. Meglio orientarsi su pesce magro come merluzzo, nasello, trota e salmone, limitando invece i tipi più grassi ad un consumo sporadico. Importante è eliminare del tutto gli insaccati ad alto contenuto di purine come il prosciutto crudo. La pasta invece è un alimento amico per chi soffre di gotta,purché condita in modo leggero e senza eccessi. Seguendo questi consigli è possibile gestire al meglio i livelli di acido urico senza dover rinunciare a tutti gli alimenti che si amano.